La rivoluzione quantistica
L’esperimento della doppia fenditura, pietra miliare della fisica quantistica, dimostra che un fenomeno assume un comportamento corpuscolare, manifestandosi in concreto, solo all’atto della misurazione ovvero all’atto istantaneo della coscienza che lo osserva. Un fenomeno non osservato esiste come un’onda vuota e non ubicabile di possibilità.
Dr. Quantum e l’esperimento della doppia fenditura →
Dall’esperimento della doppia fenditura si può derivare quindi che
- il fenomeno, pur manifestandosi concretamente, resta sempre nella coscienza che lo osserva;
- il fenomeno si manifesta secondo un’informazione, un logos mnemonico;
- il mondo esiste concretamente solo se me lo rappresento, come manifestazione della coscienza, altrimenti resta una possibilità indifferenziata, oltre l’illusione spazio temporale della separazione;
- non è possibile sorprendere il mondo fuori dalla propria coscienza;
- quando Brahma l’Eterno apre gli occhi il mondo esiste, cessa di esistere quando li chiude (Upanishad);
- il creato è solo un’immaginazione reale e concreta ma non vera di un’intelligenza inconscia e divina;
- l’informazione che manifesta il mondo è istantanea, intelligente, mnemonica, “placebo” e non spazio temporale.
L’esperimento dell’entanglement, altro caposaldo della fisica quantistica, dimostra invece il legame istantaneo, quindi informatico, fra particelle correlate senza alcun limite spazio temporale.